Pagine

OLIO extravergine d'oliva, l'oro mediterraneo.

Negli ultimi 4000 anni le civiltà mediterranee lo hanno usato nei modi più disparati, come detergente, come lubrificante, come combustibile e come valuta di scambio o come medicina. Ora anche il resto del mondo sta scoprendo l'olio d'oliva, il più versatile succo mai estratto da un frutto.


Fino a poco tempo fa, le popolazioni lontane dal bacino del Mediterraneo pensavano all'olio d'oliva come a qualcosa di esotico, un ingrediente di cucine etniche.

 
Olio di oliva e salute
Secondo recenti studi l'olio di oliva favorisce la maturazione del sistema nervoso centrale e le capacità di difesa dell'organismo dall'attacco di agenti ossidanti alla base di molti processi fisiologici e patologici, quali l'invecchiamento, l'infiammazione, l'emolisi e perfino la cancerogenesi. Inoltre sembra che la popolazione del bacino mediterraneo, che abitualmente consuma prevalentemente olio di oliva, sia più protetta dal rischio di trombosi rispetto a quelle che invece consumano grassi saturi di origine animale. L'olio può anche avere un'azione terapeutica sull'ulcera peptica e previene la formazione di calcoli biliari.
In generale i cibi fritti con olio d’oliva sono più nutrienti e digeribili.

L'olio extravergine è quello che maggiormente mantiene inalterate tutte le caratteristiche organolettiche dell'olio, oltre ad avere un sapore di gran lunga più pieno e genuino. In assoluto poi il miglior olio è quello cosiddetto "mosto" o non filtrato. Questo perché il mosto è il prodotto originale ed intatto della spremitura delle olive, è ricco di tutte quelle proprietà che hanno contribuito a chiamare il succo delle olive: nettare degli Deii.


Ecco come si presenta l'olio appena spremuto:
 Verdognolo, assolutamente opaco, dal profumo intenso, pungente e acidulo, fresco al sapore.
Potete trovarlo nei frantoi dal mese di Novembre o Ottobre nei Paesi più caldi.
Deve essere estratto solo con mezzi meccanici, in questo processo non deve essere soggetto a riscaldamento, il suo grado di acidità non deve superare 1 per cento e deve possedere alcuni requisiti di sapore ed aroma a cui viene assegnato un punteggio organolettico che per l'olio extravergine non può essere inferiore a 6,5. Il giudizio spetta a una commissione di assaggiatori professionisti.



Uso e consumo

L'olio fresco è buono proprio per la sua freschezza, va consumato nell'arco dell'anno solare ovvero da Novembre a Novembre dell'anno successivo. Via via che passa il tempo l'olio tende a perdere la pigmentazione, presentandosi eccessivamente trasparente e brillante, e anche il profumo; il sapore si fa più duro e ricco di retrogusto sgradevole, la sua acidità aumenta. Gli antiossidanti in esso naturalmente contenuti perdono man mano la loro azione benefica.
Proteggete le bottiglie dalla luce diretta e dal calore e richiudete sempre il contenitore.
 
 
Composizione dell'olio

L'olio è fatto fino all'80 per cento di acidi grassi monoinsaturi, che resistono all'ossidazione meglio dei polinsaturi e contribuiscono a tenere alto il livello dell'Hdl (il colesterolo "buono"), e basso quello dell'Ldl (il colesterolo "cattivo"). Solo una piccola parte dei grassi dell'olio d'oliva, dal 4 al 12 per cento, contiene acidi polinsaturi, la cui ossidazione può causare lesioni alle arterie. Non è importante solo il basso contenuto di colesterolo. Anche altri due elementi sono essenziali: la vitamina E ed i polifenoli, che agiscono in sinergia, impedendo l'ossidazione degli acidi grassi, riducendo il rischio di arteriosclerosi e di alcune forme di tumore.

Sagra dell'olio extravergine di oliva 2010

- ad Albanella (Salerno) si mostra l'antica civiltà contadina
Dal 4 al 5 dicembre 2010 ad Albanella (Salerno)


L'antico borgo di Albanella, in provincia di Salerno, celebra l'oro verde con una sagra ormai giunta alla XVII edizione. L'evento, ormai già ben ancorato nel territorio, oltre a valorizzare l'olio, sarà caratterizzato da un percorso suggestivo, per riportare in auge momenti di tradizione contadina: taverne allestite lungo tutto il centro storico, espozioni artigianali, vendita di prodotti tipici agroalimentari. Il tutto immerso nelle melodie di un'evocativa musica folk-poplare.


- Festa dell'Olio Extravergine d'Oliva 2010 a Mezzane di Sotto, Veneto


Informazioni: Pro Loco Mezzane di Sotto:
Tel +39 045 8880808
Iat est Veronese: Tel. +39 045 6190773
http://www.tourism.verona.it/ – iat@estveronese.it

Arance

A novembre e per tutti i successivi mesi invernali, mangiare arance, mandarini e clementine aiuta a prevenire i malesseri stagionali da raffreddamento e dona una carica di vitamine e sali minerali naturali!
Diffidate dai succhi di frutta dalle mille promesse perchè avranno sì vitamine ma meno fresche!

Dieta Mediterranea Patrimonio dell'Umanità

Il prossimo 14 novembre inizierà, a Nairobi in Kenya, l’iter per iscrivere la dieta mediterranea tra i patrimoni immateriali dell’umanità tutelati dall’UNESCO. Quale sarà il paese che si aggiudicherà titolo di “città della Dieta Mediterranea”?

Gli alimenti principali della dieta mediterranea sono: la pasta, il pane, l’olio extra vergine d’oliva, le verdure ed il bicchiere di buon vino. Molti studi hanno dimostrato che la dieta mediterranea è un’alimentazione che allunga la vita grazie alla prevenzione di malattie cardiovascolari (maggiore responsabili dei decessi) e prevenzione de i tumori.

L’olio extravergine d'oliva è il “Re” indiscusso della dieta mediterranea, perché? La risposta è semplice, nella dieta mediterranea non esiste pietanza (antipasto, primo, secondo, contorno e dolce) dove non viene utilizzato almeno un filo d’olio extravergine, esiste perfino il gelato fatto con l’olio extravergine di oliva, nato dall’idea di alcuni chef Italiani.

La richiesta di riconoscimento della “Dieta Mediterranea”, come patrimonio immateriale dell'umanità, è stata presentata da quattro paesi del bacino mediterraneo: Italia, Spagna, Grecia e Marocco. Viene naturale pensare che tutti i paesi coinvolti che talaltro rappresentano i maggiori produttori di olio di oliva, tenteranno di sfruttare il riconoscimento dell'Unesco per ampliare il proprio business.
In particolare, nel nostro paese, ci sono due comuni italiani Pioppi-Pollica in Campania e Nicotera in provincia di Vibo Valentia (Calabria), che sono le principali antagoniste per acquisire il titolo “città della Dieta Mediterranea”.

A Nicotera in Calabria c’è uno studio che risale al 1957 “THE NICOTERA DIETIN” the seven countries study (La Dieta di Nicotera nello Studio dei Sette Paesi – 1957-’60), dove un team di ricercatori internazionali, guidati da Ancel Keys, ha codificato la dieta con tanto di indicazione degli ingredienti e delle rispettive quantità. Le ricerche condotte da Keys ha messo insieme 7 Paesi: Stati Uniti, Giappone, Finlandia, Grecia, Olanda e Italia.

La dieta studiata a Nicotera a fine anni cinquanta da Ancel Keys, era una dieta equilibrata che è stata definita dagli scienziati, negli anni ’90, “dieta mediterranea italiana di riferimento” ed associata ad una bassa frequenza di fattori di rischio di malattie cronico degenerative.

Daniela Monti sul “Corriere della Sera” del 9 luglio 2002 scrisse,  “Mangiare come a Nicotera. Così si campa cent’anni”. Tutt’oggi a Nicotera  esiste un Osservatorio che raccoglie informazioni sin dai lontani anni ’50. Nicotera ha ottenuto il riconoscimento, da parte del ministero delle Politiche Agricole, del titolo di Dieta mediterranea di riferimento nel 2005 (dieta di Nicotera).

Il comune di Pioppi invece, è stata la residenza di Ancel Keys dove è vissuto per oltre 20 anni. In questo periodo ha effettuato ripetute analisi mediche che hanno confermato la longevità degli abitanti del Cilento.

A confermare la validità degli studi condotti sullo stile alimentare degli abitanti di Nicotera e Pioppi basterebbe pensare alla lunga vita di Keys, morto a 100 anni, e a quella dei componenti dell’Osservatorio calabrese che superano la soglia dei 90.

Ancel Keys fu il primo a misurare la composizione del corpo ed a comprendere i rapporti strutturali e funzionali fra il muscolo della magra del corpo, lo scheletro ed il tessuto grasso. Dal 1950 al 1970, con i colleghi della Minnesota University Henry Taylor e Henry Blackburn ed altri collaboratori di altri Paesi, ha studiato intere popolazioni che contrappongono nella dieta diversi stili di vita stabilendo quali fenomeni culturali, diete e attività, sono le cause principali dei tassi differenti della malattia di cuore fra la popolazione.

Fonti: www.indim.it, www.rivistasitiunesco.it